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Il 30 e 31 maggio 2010 i cittadini di Sedilo sono chiamati alla scelta del nuovo sindaco. S'Aràbu dà voce alle liste.
Il 9 marzo 2010, sono state spedite 10 domande, via email, ai tre candidati sindaci: Angelo Putzolu, Umberto Cocco e Salvatore Pes. Dei tre ha risposto solo Umberto Cocco, di seguito viene riportata la sua risposta.
Le eventuali risposte successive alla pubblicazione di questo articolo, non verranno riportate per ovvie ragioni di correttezza.
- FRANCESCANGELO PUTZOLU - candidato sindaco
- Bertin Marco
- Fabio Carboni
- Maria Paola Carta
- Manuela Deriu
- Angelica Manca
- Silvia Manca
- Giacomo Meloni
- Giovanni Meloni (noto Gianni)
- Giuseppe Salvatore Meloni (noto Pino)
- Renzo Pisanu
- Luca Volpe
- UMBERTO COCCO - candidato sindaco
- Gianni Carta - dottore forestale
- Manuela Pira - veterinaria
- Pietro Caria - segretario comunale
- Tonino Sanna - capostazione, assessore comunale dal 1985 al 1995
- Mara Muscau - controllore di volo
- Margherita Cherchi - presidente Auser
- Pietro Meloni - allevatore, pandela prima all'Ardia del 2003
- Antonio Frau - pensionato, sindaco dal 1985 al 1990
- Giovanna Carta - dipendente comunale, consigliere comunale uscente
- Pino Sardara - operaio, consigliere comunale uscente
- Roberto Virdis - architetto
- Mario Nieddu - dipendente Asl, già consigliere e assessore comunale
- SALVATORE PES - candidato sindaco
- Pietrina Carboni - 40 anni, insegnante
- Alessandro Carta - 22 anni, imprenditore agricolo
- Maria Franca Carta - 44 anni, imprenditore agricolo
- Costantino Chessa - 60 anni, pensionato, dirigente Telecom
- Antonietta Meloni (nota Nietta) - 64 anni, docente universitario
- Giancarlo Meloni - 36 anni, ingegnere libero professionista
- Mario Melosu - 51 anni, maresciallo carabinieri
- Massimiliano Muredda - 28 anni, vigile del fuoco
- Daniela Niola - 25 anni, ragioniera
- Maria Rosa Pes - 33 anni, insegnate di lingue straniere
- Angela Spada - 34 anni, avvocato libero professionista
- Mario Zacchino - 41 anni, commercialista, dipendente regionale
- Lista n°1 - "Per Continuare a Crescere"
- Lista n°2 - "Progetto Sedilo"
- Lista n°3 - "Sviluppo Solidarietà Sosteniblità - Salvatore Pes"
1. Chi sei e perchè ti candidi a sindaco di Sedilo?
Sono un sedilese attaccato al proprio paese che a 57 anni, alla fine di un'esperienza a capo dell'ufficio stampa della Regione nel quinquennio di presidenza Soru, ha tempo e piacere di vivere a Sedilo, che non potendo chiudere gli occhi ne vede un certo declino; uno che ha accettato di mettersi a disposizione di un largo schieramento di centrosinistra che si candida ad amministrare per i prossimi cinque anni. Mi hanno lasciato la responsabilità di scegliere io i candidati, con la sola preoccupazione di formare una maggioranza coesa, determinata ad attuare un programma di fortissimo rinnovamento e apertura, e io ho accettato volentieri, con gratitudine e orgoglio.
2. Quali sono, secondo te, i tre principali problemi che affliggono Sedilo?
La crisi delle attività tradizionali, la pastorizia, e di quelle legate all'industria; l'affievolimento del senso della comunità, la perdita di spazi direi fisici e mentali di vita comune; lo spreco di intelligenza e di futuro a vedere che una famiglia non ce la fa a mandare i figli a scuola sino all'università, come facevano i nostri padri, e a volte quando potrebbe non lo ritiene importante perché sono altri i valori che circolano anche fra noi.
3. Quali rimedi proponi per la loro soluzione?
Non sarà il Comune da solo a trovare soluzioni. Ma va fatto il contrario di quel che si è fatto in questi anni: Sedilo ha un futuro se si apre, se sa stare in rapporto con gli altri, entrare nelle reti. Se torna a produrre beni e a saper fare quel che per generazioni i sedilesi hanno fatto e che si sta pericolosamente perdendo; immettendosi nei circuiti, senza subire il ricatto degli industriali del latte, innestando sui saperi dei padri e delle madri la cultura dei figli.
4. Sedilo è un paese che invecchia ed i giovani scappano, cosa farai affinchè rimangano nel loro paese?
Non rimarranno se non ci saranno opportunità di lavoro, e se il paese non tornerà ad essere vivibile, vissuto realmente dai suoi abitanti, accogliente, con servizi seri, le scuole innanzitutto ma direi anche bei bar e una biblioteca sempre aperta, di giorno e di notte, e uno spettacolo vero, colto, che non scimmiotti la televisione e il folclorismo, e faccia affidamento sull'intelligenza e la voglia di capire dei sedilesi, almeno una volta alla settimana.
5. Devi scegliere: un tuo amico carissimo o l'interesse della comunità?
Come si potrebbe rispondere diversamente da “l'interesse della comunità”? E' ovvio, e credo che un carissimo amico sa che la comunità viene prima del singolo, e che anche il singolo sta bene in una comunità sana i cui amministratori siano onesti e non banali protettori degli amici.
6. Qual è il tuo difetto più grande e quello dei sedilesi?
Il mio difetto è l'esagerazione di una virtù che negli altri spesso mi piace e a me crea qualche problema: ed è il senso critico, il non prendere niente per certo e sacro e stabilito una volta per sempre, la messa in discussione sistematica del luogo comune.
Un difetto dei sedilesi? Loro e in gran parte anche mio: non sapere più fare il formaggio, il pane, i dolci, tessere tappeti, non sapere più fare le vigne, gli orti, i muretti a secco, non andare più a piedi, non avere difeso con i denti le vecchie case costruite dai nonni con senso della misura e sobrietà, non difendere i tratti apparentemente poveri del nostro paesaggio e della nostra tradizione. Io metterei sa pandel'e fenu che si portava in giro alla processione di Sant Giovanni come simbolo di questa dimensione di umanità che non dovremmo perdere.
7. Indica le prime 10 cose che farai se verrai eletto.
La prima riunione del consiglio comunale nella palestra delle scuole, con gli insegnanti, i dirigenti, i genitori sottoposti a un'intervista collettiva da parte dei consiglieri, sullo stato dell'istruzione a Sedilo: in quelle aule si sta delineando come sarà il paese nei prossimi 50-60 anni, chi sarà un uomo libero e una donna libera, e chi schiavo dell'ignoranza e del potere sia pure non per colpa propria.
Fare entrare il Comune di Sedilo nell'Unione dei Comuni e in tutte le aggregazioni e i consorzi di area o tematici,quelle industriali di Ottana e Macomer, quello del Lago per cominciare; farlo tornare a sedere in tutti i consessi nei quali collettivamente si decidono le cose importanti per un paese come il nostro la cui popolazione è l'equivalente del numero di inquilini di un solo palazzo di Roma o di Palermo;
Rendere accoglienti gli spazi pubblici, il posto di guardia medica e l'ambulatorio veterinario oggi indecorosi, e aprire tutti gli edifici costruiti nel corso degli anni con i soldi di tutti e rimasti tristemente chiusi, a volte dopo avere cancellato l'uso pubblico e collettivo che se ne faceva. Farei subito una festa, una giornata di “musei aperti”, il patrimonio e il a volte il nulla che c'è in queste strutture chiuse.
Dare una casa a tutte le associazioni che sono una enorme ricchezza del paese, a cominciare dalla Liass che non ha dove ricoverare l'ambulanza
Pulire le vie, i quartieri della periferia, cancellare il senso di abbandono di molti angoli dell'abitato;
Fare almeno rallentare le macchine nelle strade del centro abitato, riservare spazi ai pedoni, fare rispettare i divieti di sosta, restituire le piazze e i marciapiedi a tutti. E' una questione di civiltà, di rispetto per gli altri, prima di tutto degli anziani, delle mamme e dei bambini, di chi non ha la macchina e anche di chi ce l'ha ma vuole ritrovare il piacere di camminare a piedi per le strade del suo paese.
Aprire un laboratorio con l'Istituto nazionale di Architettura dove esperti esterni, tecnici comunali e professionisti approfondiscono con i sedilesi i temi della conservazione e quelli delle nuove costruzioni, del paesaggio e del rapporto dell'uomo con il suo ambiente come elemento costitutivo del nostro carattere e decisivo per qualsiasi sviluppo anche economico.
Capire con l'aiuto degli allevatori qual è lo stato delle strade di penetrazione agraria, quali carenze ci sono, per fare subito un piano di manutenzione per quelle esistenti e di priorità per quelle eventualmente da aprire.
Concordare con il parroco come garantire l'ospitalità da subito, dal prossimo luglio, ai pellegrini di Bono e Bolotana che non hanno più trovato aperti i muristenes di San Costantino: è una enorme questione anche simbolica, c'è già lì l'idea dei legami fra comunità, c'è una ricchezza religiosa e umana, anche ecologica, importante più di dieci musei.
Guardare subito negli occhi il disagio delle persone, le solitudini, le povertà, e affrontarli per come un'amministrazione può, mobilitando tutte le risorse finanziarie ma soprattutto umane, quelle dell'associazionismo per prime, per dare una mano a questo pezzo di Sedilo più esteso di quanto non si pensi, nascosto solo per il pudore di chi lo vive, il disagio e la povertà.
8. Cosa sono per te la legalità, l'onestà ed il senso civico?
L'onestà la condizione minima per amministrare e direi anche per vivere bene. La legalità il sistema di regole che i membri di una comunità condividono, e che accettano che vengano fatte rispettare sanzionando chi le infrange. Il senso civico, direi la consapevolezza dei propri diritti e dei doveri verso gli altri, il bene pubblico, lo spazio collettivo, in tutti i sensi.
9. Cosa vorresti dire ai tuoi avversari?
Buona campagna elettorale.
10. Le tue risposte sono state diplomatiche o sincere?
La domanda mi fa pensare ai paradossi della cosidetta scuola di Palo Alto (ho fatto qualche lettura, studi di filosofia all'università e una laurea in materie letterarie...). Studiano questo genere di cose: se rispondessi che sono stato insincero, sarei sincero? E se rispondessi, insinceramente: sono stato sincero?
E poi si può essere diplomatici e sinceri. Tuttavia io spesso taccio, pur di non essere insincero.
[10 maggio 2010]
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